Il cambiamento climatico, guidato principalmente dall’aumento dei gas serra derivanti da attività umane, sta alterando profondamente le condizioni ambientali su scala globale. In contesti urbani e agricoli, queste trasformazioni si traducono in un incremento delle temperature medie, modifiche nei pattern di precipitazioni e umidità e variazioni nella concentrazione di anidride carbonica, con effetti diretti sulla vivibilità delle città, sulla gestione delle risorse idriche e sulla produttività agricola.
Questi mutamenti richiedono strategie integrate e flessibili per garantire la resilienza dei sistemi urbani e rurali, anticipando scenari complessi e interconnessi senza compromettere la funzionalità e la sostenibilità dei territori.

Contesti urbani e agricoli nel cambiamento climatico
L’aumento delle temperature nelle aree urbane e agricole
Nelle aree urbane l’aumento delle temperature amplifica l’effetto isola di calore, provocando stress termico, maggiore mortalità, incremento dei consumi energetici e degrado del verde urbano. Per mitigare questi effetti si adottano soluzioni quali tetti verdi, parchi, pavimentazioni riflettenti, corridoi verdi e sistemi di drenaggio sostenibile. Tuttavia, le aree verdi possono favorire la proliferazione di insetti, come le zanzare.
Nelle aree agricole le temperature più elevate accelerano la maturazione delle colture ma possono ridurre la resa a causa di stress termico e siccità. L’aumento delle temperature favorisce anche la diffusione di infestanti e patogeni. Le strategie di adattamento includono rotazioni colturali, varietà resistenti, modifiche dei tempi di semina e raccolta, irrigazione efficiente: l’adozione dell’approccio IPM (integrated Pest Management) consente di controllare insetti e animali infestanti riducendo l’utilizzo di pesticidi.
Precipitazioni e umidità
Nelle aree urbane le variazioni nei pattern di precipitazione causano alluvioni e siccità, accumulo di rifiuti e ristagni idrici che favoriscono infestanti e malattie trasmesse da vettori. Fra le soluzioni urbanistiche il drenaggio sostenibile, bacini di ritenzione, pavimentazioni permeabili e reti verdi integrate.
In ambito agricolo le precipitazioni irregolari influiscono sulla disponibilità idrica e aumentano il rischio di erosione, frane e rischi fitosanitari. Fra le principali strategie adattative, l’irrigazione a goccia, la raccolta acqua piovana, pacciamatura, colture di copertura, varietà resistenti. L’ IPM predittivo consente di intervenire per ridurre la presenza di infestanti senza l’utilizzo massivo di pesticidi e aumentare la resilienza del suolo e delle colture.
L’aumento di diossido di carbonio
L’aumento di anidride carbonica incide peggiorando l’effetto serra e la qualità dell’aria, aumentando ozono, smog e fabbisogno energetico. Per mitigarne gli effetti, in ambito urbanistico vengono promosse infrastrutture verdi e blu, tetti e pareti vegetali, incentivato il trasporto elettrico e monitorata la qualità dell’aria. La maggiore biomassa vegetale può però favorire insetti e roditori, rendendo sempre più necessario un approccio integrato e predittivo per contenere il rischio di infestazioni.
Nelle aree agricole l’ elevata anidride carbonica può stimolare la fotosintesi e la crescita delle colture, ma combinata con alte temperature e stress idrico, può ridurre la resa e qualità nutrizionale. Fra le strategie promosse dall’agricoltura moderna la fertilizzazione mirata e una gestione efficiente dell’acqua.
Delle conseguenze del cambiamento climatico sugli infestanti ne abbiamo parlato in questo articolo.

L’Integrated Pest Management nella resilienza urbana e agricola
L’Integrated Pest Management si inserisce nelle strategie a supporto della resilienza urbana e agricola, intervenendo sia per contenere le conseguenze dirette dei cambiamenti climatici, ma anche nella gestione ottimale delle soluzioni di pianificazione urbana e negli strumenti urbanistici. Nel contesto della ricerca sulla resilienza urbanistica, il pest management può essere integrato in vari filoni di studio:
• Urban Health e Piani di resilienza e adattamento climatico urbano per includere strategie di IPM nei piani comunali di adattamento climatico.
• Infrastrutture verdi e soluzioni nature-base per progettare spazi verdi resilienti anche rispetto al rischio biologico (selezione di specie vegetali meno attrattive per infestanti).
• Urban metabolism e circolarità per una gestione sostenibile dei rifiuti organici e delle acque reflue per ridurre habitat favorevoli agli infestanti.
• Data-driven planning che prevede l’uso di sistemi di informazioni geografici GIS, sensori ambientali e citizen science per mappare e prevedere la distribuzione di infestanti in funzione dei trend climatici.
Il pest management, così, non è più un tema tecnico o sanitario marginale e gli amministratori locali sono chiamati a iniziare a considerarlo parte dei piani di resilienza e adattamento climatico urbano.
Il nuovo ruolo dell’IPM nelle amministrazioni locali, nelle aziende produttive e nei contesti domestici
Cosa cambia per le amministrazioni locali
L’integrazione del Pest Management nei piani di adattamento climatico e di protezione civile rappresenta un approccio strategico per rendere le città più resilienti. Ciò implica condurre un’analisi del rischio biologico all’interno dei piani climatici comunali e coordinare le azioni tra servizi di igiene urbana, sanità e pianificazione territoriale, garantendo interventi tempestivi e mirati.
La gestione degli infestanti non può più essere vista come un semplice contratto di disinfestazione, ma deve diventare una vera e propria politica pubblica interdisciplinare, che coinvolga urbanistica, ambiente, salute, gestione dei rifiuti ed energia: questo approccio intersettoriale consente di integrare le strategie di controllo degli infestanti nelle scelte di pianificazione urbana e gestione sostenibile della città.
Il monitoraggio e l’uso dei dati ambientali assumono un ruolo centrale: reti sensoristiche, dati climatici, sistemi GIS e modelli predittivi permettono di anticipare le infestazioni e intervenire in modo proattivo, ottimizzando risorse e riducendo rischi per la salute pubblica.
Infine, il coinvolgimento della cittadinanza è essenziale. Campagne informative e azioni di co-gestione, come il controllo delle acque stagnanti o la cura del verde condominiale, trasformano il pest management in una leva di resilienza sociale diffusa, estendendo il suo impatto oltre la dimensione tecnica e favorendo comunità più consapevoli, partecipi e capaci di reagire ai rischi legati al cambiamento climatico.
Cosa cambia per le aziende

Per le aziende (industriali, alimentari, logistiche, della ristorazione, sanitarie), il cambiamento climatico amplifica i rischi biologici e reputazionali legati agli infestanti:
• Rischi operativi: incremento degli infestanti in magazzini, mense, aree di carico/scarico; stress delle strutture con temperature elevate.
• Rischi normativi: maggiore attenzione delle autorità sanitarie e ambientali; obblighi di tracciabilità e documentazione dei piani IPM.
• Rischi economici: interruzioni produttive, perdite di stock, danni d’immagine. Le aziende saranno chiamate ad integrare il pest management nei propri piani ESG, di sostenibilità e di risk management.
In prospettiva, il Pest Management diventa parte delle strategie di business continuity climatica. Abbiamo parlato del rischio infestanti in questo articolo.
Cosa cambia per le famiglie
A livello domestico, il cambiamento climatico comporta l’aumento della presenza di infestanti anche in aree precedentemente considerate “sicure”, la proliferazione di infestanti domestici legati all’umidità o al caldo (tarli, acari, muffe, formiche tropicali), l’incremento di malattie trasmesse da vettori.
Le famiglie saranno quindi chiamate a:
• adottare comportamenti preventivi (gestione acque, rifiuti, manutenzione spazi verdi);
• partecipare a reti di sorveglianza civica promosse dalle amministrazioni;
• modificare pratiche abitative (materiali, ventilazione, isolamento).
Il Pest Management, a questo livello, diventa parte della resilienza domestica, al pari dell’efficienza energetica o della sicurezza idrica.
Scopri l’evoluzione dell’Integrated Pest Management in una forma predittiva.
In un contesto di crescente instabilità climatica, la gestione integrata degli infestanti si configura oggi non solo come una misura di igiene urbana, ma come un vero e proprio strumento di adattamento climatico urbano. La sua applicazione diventa indispensabile perché consente di gestire le vulnerabilità emergenti legate ai cambiamenti ambientali, proteggere infrastrutture e salute pubblica, mantenere la stabilità ecologica della città e promuovere nuovi modelli di governance condivisa, coinvolgendo attivamente istituzioni, settore privato e cittadini nella costruzione di comunità resilienti e sostenibili.
