Una delle ultime tendenze nel mercato del pest control sono i dispositivi di monitoraggio elettronici, strumenti ad oggi proposti come “sorveglianti digitali”, sempre al servizio del cliente, con l’obiettivo di dare una vera esperienza di serenità e di controllo.

E’ quindi giunto il momento di pensionare il buon vecchio operatore del pest control? Sensori intelligenti, trappole digitali, alert in tempo reale: la tecnologia, in particolare quella IoT (internet of things), sta cambiando i servizi di disinfestazione e il pest control. Ma è davvero cosi?

Senza giudizi critici a priori sulla tecnologia, ma neppure senza gli abbagli di chi li propone come la soluzione definitiva, è bene capire come funzionano questi dispositivi, e quale sia la loro utilità in relazione al comportamento degli infestanti, in particolare dei roditori.

I dispositivi di monitoraggio elettronici per il pest control

I sistemi di pest control basati su IoT utilizzano una rete di sensori, trappole intelligenti e dispositivi connessi per monitorare in tempo reale l’attività degli infestanti: raccolgono dati ambientali (quali temperatura, umidità e movimento) e informazioni sull’attività degli infestanti, trasmettendoli a una piattaforma centrale che consente l’analisi e l’intervento.

I dispositivi di monitoraggio elettronici attualmente in commercio sono per lo più sensori di movimento oppure sensori applicati su dispositivi di cattura che evidenziano l’avvenuto fermo dei roditori: in base al passaggio o alla cattura, il sensore invia un segnale, oppure attiva il dispositivo.

Questa tecnologia, così realizzata, dovrebbe avere come principale obiettivo quello di abbattere il tempo di analisi durante l’autocontrollo giornaliero, oppure andare a monitorare le aree di difficile accesso (ad esempio i controsoffitti) solamente in caso di attivazione del dispositivo.

I limiti dei dispositivi di monitoraggio elettronici

Purtroppo, tali dispositivi presentano limiti tecnologici importanti, quali per esempio i falsi passaggi: purtroppo, infatti, non hanno ancora sviluppato una selettività tale da poter identificare la differenza fra il passaggio di un roditore, una lucertola, o ancora di un flusso di acqua calda, generando così un alto numero di falsi allarmi spesso frustranti per chi deve controllare. Senza contare che con questo tipo di segnalazioni diventano controproducenti in relazione all’obbiettivo primario, ovvero di ridurre i tempi di monitoraggio. Conoscendo i limiti di tali dispositivi, alcuni produttori non sono completamente trasparenti andando a filtrare i dati al cliente finale.

Bisogna inoltre aggiungere la diffidenza dei roditori nell’entrare nei dispositivi, oppure ad avvicinarsi ai cibi inseriti all’interno delle trappole a scatto: un fenomeno che, con l’ausilio delle fototrappole, è stato più volte osservato e confermato, determinando, soprattutto nelle aree di difficili accesso, dei falsi negativi. Esemplificativo è un video che mostra una controsoffittatura piena di trappole a scatto e il roditore, per sua natura diffidente e abile nell’apprendimento, che le evita tutte.

I dispositivi elettronici nello standard AIB

Nel 2016, a seguito delle osservazioni riportate sopra, lo standard AIB aveva accetta l’uso dei dispositivi elettronici a sostituzione dei monitoraggi quotidiani, purché:

  • fosse corredato con la verifica mensile del corretto funzionamento dei dispositivi in tutte le loro parti
  • vi fosse la possibilità per il cliente di verificare lo stato dei dispositivi in maniera trasparente on-line
  • che il cliente ricevesse l’allarme in tempo reale.

Per questi due ultimi punti, in particolare, lo standard AIB chiedeva al cliente “industria alimentare” di fare delle verifiche di catture regolari e su tutti i dispositivi elettronici per verificarne il funzionamento.

Dispositivi di monitoraggio elettronici, si o no?

Senza addentrarci sui costi del singolo dispositivo, attualmente è impensabile delegare la derattizzazione o il monitoraggio ai dispositivi di monitoraggio elettronici, come fossero la soluzione definitiva.

A fare la differenza, oggi, è ancora la professionalità dell’operatore esperto, in grado di capire le tracce, di posizionare in maniera corretta di dispositivi di monitoraggio, e comprendere i casi in cui applicare quelli tecnologici all’evenienza, conoscendo tutte i vantaggi, ma anche i limiti, di un dispositivo che può essere sì utile, ma è ancora lontano da poterci far comprendere la cosa più complessa, ovvero l’origine dell’infestazione.