Il pest management è un pilastro spesso sottovalutato della resilienza urbana: oltre al controllo delle specie infestanti, contribuisce alla tutela dell’ambiente, della salute pubblica e delle infrastrutture cittadine. Riducendo l’uso di pesticidi chimici, protegge biodiversità, aria e acqua; sul piano sanitario, previene la diffusione di malattie trasmesse da vettori — come dengue o West Nile — sempre più favorite dal riscaldamento climatico. Allo stesso tempo, limita i danni a edifici e reti di servizio causati da infestanti, rafforzando la sicurezza infrastrutturale. Favorisce inoltre coesione sociale e fiducia nelle istituzioni, e consente risparmi economici grazie alla prevenzione di emergenze e costi di riparazione.

In un contesto di mutamenti climatici rapidi e imprevedibili, il pest management assume così un ruolo strategico nelle politiche urbane di adattamento, integrando sostenibilità ambientale, salute e protezione delle infrastrutture in una visione unitaria di città resiliente. Dei cambiamenti prodotti dal cambiamento climatico in contesti urbani e agricoli ne abbiamo parlato in questo articolo.

Il pest management nella gestione del cambiamento climatico

L’aumento delle temperature legato al cambiamento climatico favorisce l’espansione di specie vettori come zanzare, zecche e scarafaggi tropicali, ora capaci di sopravvivere e riprodursi anche in contesti urbani precedentemente inadatti. Questo comporta nuovi rischi sanitari per la popolazione, legati a virus, allergie e infezioni. In tale scenario, il pest management diventa strategico per la resilienza urbana, tramite sorveglianza ecologica, monitoraggio costante dei vettori e strategie di mitigazione ambientale volte a prevenire la proliferazione degli infestanti e tutelare la salute pubblica.

Gli eventi climatici estremi, come alluvioni, siccità e ondate di calore, alterano gli equilibri ecologici urbani, creando habitat favorevoli per gli infestanti e accumuli di rifiuti organici. Queste dinamiche aumentano i rischi sanitari e ambientali, rendendo necessario un approccio integrato alla gestione delle emergenze. Il pest management deve essere parte dei piani di protezione civile, garantendo interventi tempestivi di monitoraggio, bonifica e prevenzione per ridurre crisi igienico-sanitarie su larga scala.

Il degrado degli ecosistemi urbani, dovuto a stress climatici e inquinamento, riduce la presenza di predatori naturali e altera le catene trofiche, provocando esplosioni di popolazioni infestanti. Il pest management interviene pianificando un verde urbano resiliente e introducendo specie antagoniste o soluzioni ecologiche, ristabilendo l’equilibrio biologico, limitando l’uso di pesticidi e promuovendo una gestione sostenibile della biodiversità urbana.

I cambiamenti nei modelli di consumo e nella gestione dei rifiuti urbani, accentuati dalle alte temperature, aumentano la disponibilità di risorse e rifugi per roditori e insetti. Per contenere questi rischi, il pest management va integrato nelle politiche di gestione sostenibile dei rifiuti, attraverso prevenzione coordinata, monitoraggio dei punti critici e pratiche circolari e resilienti, contribuendo così alla sicurezza igienico-sanitaria e alla resilienza complessiva della città.

Come si evolve l’Integrated Pest Management?

Tradizionalmente, il pest management viene considerato (erroneamente) un servizio di controllo, ovvero legato all’intervento dopo la comparsa del problema (disinfestazione, derattizzazione, ecc.). Sempre più, anche in relazione ai cambiamenti climatici, il pest management diventa un meccanismo di adattamento funzionale: non un servizio di emergenza, ma una infrastruttura ecologica preventiva.

Nel 2024, lo studioso Zhou, ha proposto una revisione dell’Integrated Pest Management (IPM)1 evidenziando come le pratiche tradizionali stiano evolvendo per affrontare le sfide poste dal cambiamento climatico. Zhou sottolinea che, sebbene l’IPM abbia migliorato la gestione dei parassiti, le condizioni climatiche mutevoli richiedono un adattamento delle strategie esistenti. Il riscaldamento globale, l’aumento delle precipitazioni e la variabilità climatica influenzano la distribuzione e la biologia dei parassiti, rendendo necessarie pratiche più dinamiche e predittive.

La prevenzione si orienterà sempre più verso la pianificazione urbana e agricola basata su scenari climatici, gestione habitat e infrastrutture per ridurre condizioni favorevoli agli infestanti, prevenzione integrata con sorveglianza digitale.

Il monitoraggio integrerà sempre più sensori IoT, trappole smart, remote sensing, dati meteorologici e modelli predittivi; il vecchio sistema di monitoraggio reattivo sarà sempre più superato, con la necessità di un sistema di monitoraggio continuo e predittivo.

Il controllo sarà orientato sempre più verso interventi proattivi e mirati, guidato da modelli predittivi e sistemi di allerta precoce, combinando leve chimiche, biologiche e fisiche secondo scenario specifico.

In particolare, poiché temperature più alte e variabilità climatica possono alterare la fenologia e la sopravvivenza degli organismi utili e alcune specie predatrici diventano meno efficaci o si spostano in nuove aree, i controllo biologici dovranno contare sulla selezione di specie resistenti o adattate ai nuovi climi, studiando un’ introduzione mirata e supportata da modelli predittivi, integrati con dati ambientali in tempo reale.

A causa di variazioni di temperatura e umidità che influenzano l’attività e la degradazione dei prodotti chimici e potrebbero provocare un aumento del rischio di resistenza nei parassiti, l’evoluzione dell’IPM prevede, per i controlli chimici, un uso mirato e ridotto di pesticidi integrato con modelli predittivi, sostanze più selettive o biopesticidi, decisioni guidate dai dati di monitoraggio e early-warning.

In presenza di eventi estremi (piogge intense, ondate di calore, siccità) che potrebbero ridurre l’efficacia di barriere o alterare la distribuzione dei parassiti, nell’ IPM evoluto i controlli fisici e meccanici si integreranno tecnologie smart (trappole con sensori, sistemi IoT), progettazione adattiva delle barriere e interventi mirati in base a previsioni climatiche locali.

Verso un Integrated Pest Management predittivo

L’IPM predittivo è un’evoluzione dell’Integrated Pest Management che utilizza dati ambientali, climatici e biologici in tempo reale per anticipare la comparsa e la diffusione di parassiti, permettendo interventi mirati e tempestivi, riducendo l’uso di pesticidi e aumentando l’efficacia complessiva delle strategie di controllo.

Un modello predittivo per infestanti cerca di stimare la probabilità, l’intensità, il momento e la diffusione di infestazioni, sulla base di dati che possono includere:

  • dati climatici (temperatura, umidità, precipitazioni, ecc.)
  • microclima locale
  • dati di habitat (disponibilità di rifugi, cibo, acqua, struttura urbana)
  • storia infestativa
  • dati di monitoraggio (trappole, sensori, osservazioni)
  • fattori antropici (uso del suolo, densità urbana, gestione dei rifiuti)
  • spostamenti e connettività (corridoi, trasporti, punti di introduzione).

I modelli possono essere statistici, meccanicistici, di nicchia ecologica, oppure basati su machine learning o combinazioni di più approcci.

L’approccio scientifico e data driven di Saluber si traduce nell’attuale disponibilità di un’area clienti proprietaria dedicata e modulabile sulle esigenze delle aziende, dove poter consultare in qualsiasi momento i dati e le statistiche relative ai monitoraggi e ai rapporti d’intervento.

I principali pilastri dell’Integrated Pest Management predittivo

Prevenzione proattiva

– Identificazione dei rischi climatici e delle aree a maggiore vulnerabilità.
– Gestione degli habitat per limitare condizioni favorevoli agli infestanti.

Monitoraggio continuo e intelligente

– Sensori IoT, trappole smart, remote sensing, dati meteorologici locali.
– Raccolta e analisi in tempo reale per rilevare segnali precoci di infestazione.

Analisi predittiva

– Modelli matematici e algoritmi di intelligenza artificiale per prevedere dinamiche di popolazione e periodi di rischio.
– Simulazioni climatiche integrate per adattare strategie a scenari futuri.

Intervento mirato e adattativo

– Combinazione dinamica di controllo biologico, fisico/meccanico e chimico.
– Decisioni basate su soglie adattative e dati predittivi, non solo su osservazioni reattive.

Uno studio FAO del 20232 evidenziava l’importanza di un’integrazione multisettoriale nelle politiche (riduzione del rischio da disastri, gestione climatica, agricoltura sostenibile) e di investimenti nella resilienza per prevenire e ridurre perdite sistemiche nei sistemi agroalimentari. Veniva enfatizzata l’importanza di migliorare i dati e i sistemi informativi relativi agli impatti agricoli dei disastri, per sviluppare decisioni informate e azioni tempestive, riportando come esempio virtuoso la recente gestione della locusta del deserto nel Corno d’Africa.

L’adozione di un approccio predittivo al pest management offre numerosi vantaggi che vanno ben oltre la semplice riduzione delle infestazioni. In primo luogo, permette di ridurre significativamente l’uso di pesticidi chimici, limitando gli impatti negativi sull’ambiente, sulla biodiversità e sulla salute umana. Contestualmente, l’anticipazione delle infestazioni consente una maggiore efficacia dei controlli biologici e meccanici, poiché interventi mirati possono essere attuati nei momenti più critici del ciclo vitale degli infestanti.

Questo approccio aumenta anche la capacità di risposta rapida a eventi climatici estremi o all’introduzione di nuovi vettori, riducendo i rischi per le infrastrutture e per la salute pubblica. Infine, un sistema predittivo favorisce una stretta integrazione tra gestione agricola e urbana e tutela della salute, incarnando concretamente il principio della One Health, secondo cui la protezione degli ecosistemi, degli animali e delle persone deve essere affrontata in maniera sinergica e coordinata.

  1. Integrated Pest Management: An Update on the Sustainability Approach to Crop Protection — Zhou, 2024. ↩︎
  2. FAO, The Impact of Disasters on Agriculture and Food Security, 2023 ↩︎